Iniesta e Xavi sono due piccoletti. Trecentoquaranta centimetri in due, dall’alto (si fa per dire) dei quali hanno guidato la Spagna alla vittoria del mondiale. Ad affiancarli, quasi a difenderli, ti aspetti ci sia un mastino, un Gattuso, un Sissoko, un van Bommel. E, invece, ti ritrovi Xabi Alonso, che quando, domenica, ha subito l’entrataccia assassina di De Jong è stato come uno sputo negli occhi del bel calcio. E l’innocente Alonso è stato elegante anche nel cadere a terra.
Due piccoletti più un signore in smoking, a chi potranno mai fare paura, nell’era del calcio tutto corsa e muscoli? A De Jong e van Bommel, per esempio, perché quei due piccoletti hanno le capacità per non farti vedere palla, tu corri, rispetti i movimenti di copertura, cerchi di aggredirli al momento del controllo della palla, ma quei dannati piccoletti stanno giocando a flipper, e alla fine la biglia non è il pallone, no, la biglia sei tu, che rimbalzi, e digrigni i denti, e vai in affanno, e più vai in affanno più digrigni i denti. Ma per i piccoletti e l’uomo in smoking è tutto facile, tutto naturale. Non sembrano divertirsi a farti impazzire, per loro è ordinaria amministrazione. Non li scopriamo ora, sia chiaro, a Barcellona hanno già fatto vedere cose straordinarie, ma in Sudafrica hanno avuto la loro rivincita, la rivincita dei piccoletti, che ora guardano tutti dal tetto del mondo.
p.s. anche io, sul campo, sono sempre stato un piccoletto. Capite, ora, la mia particolare simpatia per loro due?
S.C.