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Sole sui tetti dei palazzi in costruzione

Faceva strano, molto strano. Io ripensavo a Roberto Baggio, alla Nigeria, alla Spagna, alla Bulgaria. E poi, dai, anche un po’ a Christian Vieri e alla Norvegia, quattro anni dopo.

La palla è per Baggio, e gol di Roberto Baggio […] Roberto Baggio, sembrava tutto finito!

Vieri, Vieri, tiro, sì, grande! Grande Grandissimo! Grandissimo, Vieri!

Io ripensavo a questo, mentre ascoltavo i bambini che giocavano ai mondiali, ieri. Con Iaquinta e Di Natale, certo non doveva essere la stessa cosa.

Anche perché, a voler essere puntuali, quali gol degli azzurri ti racconto all’oratorio, quest’anno?

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Che mondiale è senza staffetta?

Il terzo – e ultimo – tormentone premondiale, tutto degli italiani, un popolo di allenatori, è il dualismo tra numeri dieci. La staffetta, inaugurata da Mazzola e Rivera nel 1974 è stata riportata di moda da Alessandro Del Piero, in Francia, nel 1998.

In Francia Del Piero arriva acciaccato e durante la partita d’esordio tocca a Roberto Baggio trascinare l’Italia contro il Cile, prima servendo a Vieri uno splendido assist per il vantaggio azzurro e, all’84°, realizzando il rigore che fisserà il risultato sul 2 a 2. Contro il Camerun è ancora il Divin Codino a confezionare l’assist per il primo gol italiano. La terza partita del girone vede invece l’esordio dal primo minuto di Pinturicchio, che su punizione imbecca Vieri. Nel finale l’inevitabile staffetta: entra Baggio, e segna. Saltiamo ai quarti di finale, quando sarà ancora staffetta. Del Piero viene sostituito al 67°, e Baggio sfiorerà il golden gol, nei supplementari con una volée. Francia ’98, per noi, si stampa qui, sulla traversa.

Nel 2002 è ancora tormentone. Totti o Del Piero, Del Piero o Totti? Entrambi saranno protagonisti: Alex, appena subentrato a Totti, metterà a segno una rete decisiva – al momento: si rivelerà non esserlo, per una strana combinazione astrale – contro il Messico, nell’ultima partita del girone. Il Pupone passerà poi alla storia per merito di Byron Moreno che, nell’arena asiatica preparata dai tifosi sudcoreani, espellerà il giocatore per doppia ammonizione al 104°. Il nostro mondiale si chiude con la beffa del perugino Ahn.

Destinato a chiudersi con gli azzurri sul gradino più alto, il Mondiale 2006 ci regala ancora il dualismo Totti – Del Piero. Vi ricordate chi trasformò il rigore procurato da Grosso contro l’Australia, ed esultò con il ditone in bocca? Esatto. E non ci vuole molta immaginazione se vi chiedo: al posto di chi è subentrato? Esatto.

Ricostruendo questo percorso è evidente che raramente due trequartisti – chiamiamoli così – sono stati in campo contemporaneamente. In Germania, però, quando è successo ci hanno regalato qualcosa di indementicabile: palla che si impenna fuori dall’area italiana, Cannavaro non ci pensa due volte e – da leader – si fionda a recuperare il pallone. Palla a Totti, che la gioca in profondità su Gilardino. Gilardino può andare sul fondo, ma temporeggia, punta Metzelder e gioca, senza guardare, il pallone sulla sinistra, dove accorre Del Piero, che con un tiro a giro insacca il più classico dei gol alla Del Piero.

Siamo arrivati al 2010. E quest’anno è stato smentito il tormentone della staffetta tra numeri 10. Abbiamo un po’ meno fantasia in rosa ma, anche in questo caso, attendiamo smentite.

S.C.