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Sole sui tetti dei palazzi in costruzione

Faceva strano, molto strano. Io ripensavo a Roberto Baggio, alla Nigeria, alla Spagna, alla Bulgaria. E poi, dai, anche un po’ a Christian Vieri e alla Norvegia, quattro anni dopo.

La palla è per Baggio, e gol di Roberto Baggio […] Roberto Baggio, sembrava tutto finito!

Vieri, Vieri, tiro, sì, grande! Grande Grandissimo! Grandissimo, Vieri!

Io ripensavo a questo, mentre ascoltavo i bambini che giocavano ai mondiali, ieri. Con Iaquinta e Di Natale, certo non doveva essere la stessa cosa.

Anche perché, a voler essere puntuali, quali gol degli azzurri ti racconto all’oratorio, quest’anno?

S.C. – anche – su I mondiali come non li avete mai letti

Passatemi la battuta

Lippi nel precampionato (agosto 2009) disse che la Juve avrebbe vinto lo scudetto.

Dopodichè, causa impegni personali, decise di spegnere la tv e, a giudicare dalla formazione dell’Italia in Sudafrica, a giugno 2010 era convinto di aver azzeccato il pronostico.

Ma era ignaro del fatto che la Juve fosse arrivata settima, che avesse avuto la sestultima difesa del campionato (con centrali Cannavaro e Chiellini), che Camoranesi in campo era stato visto pochissimo e che Iaquinta era riuscito a realizzare solo 6 reti in tutto il campionato.

Oh, che volete, ognuno ha i suoi impegni.

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Ringhiare non è roba per tutti

Con ogni probabilità oggi vedremo gli azzurri schierati con un 4-3-3. I dubbi da sciogliere sono in attacco: possibile l’impiego di Di Natale, Iaquinta e Pepe. I tre si conoscono bene. Hanno militato assieme nell’Udinese, stagione 2005/06, e non fu propriamente un successo, soprattutto a causa della difficoltà di conciliare impegni di Coppa e di Campionato: Udinese tredicesima (in seguito a Calciopoli, undicesima), 9 reti sia per Iaquinta che per Di Natale. Quella stagione, però, è stata quella della svolta per entrambi gli attaccanti: il primo partecipò alla spedizione azzurra a Berlino, il secondo, proprio a seguito dei mondiali, cominciò a frequentare stabilmente Coverciano.

Oggi rientrerà tra gli undici titolari Rino Gattuso. Una stagione in sordina (in panchina?) per lui, e diversi acciacchi. Il suo ingresso ci insegna che Lippi non crede alla storia dei limiti tecnici della Nazionale, o magari ci crede, ma non sembra convinto che sia con l’innesto di giocatori tecnicamente più validi che si risolva il problema. Il problema si risolve con uno psicologo, con uno che entra in campo battendo il pugno contro il palmo dell’altra mano, urlando a bocca aperta espressione incomprensibili. Incitamento puro, adrenalina pura.

Stiamo ancora aspettando che si gonfi la giugulare di Daniele De Rossi, come succede all’Olimpico, e perciò è la volta di Rino Gattuso.

Primi 45 minuti: cosa funziona e cosa no

Cosa non funziona

Ritmi troppo bassi: De Rossi ha spesso rallentato la manovra, e si è trovato spesso costretto a prendere palla sulla linea dei difensori.  Sugli esterni troviamo (e cerchiamo) raramente la profondità, e i nostri esterni di centrocampo (Marchisio e Pepe) raramente (mai?) hanno cercato l’uno contro uno. Gilardino completamente estraneo al gioco, così come Marchisio.

Cosa funziona

Abbiamo tenuto perfettamente il campo, (de)merito anche della Nuova Zelanda, che ha sempre cercato di scavalcare il centrocampo. Pepe, pur non essendo un funambolo, dimostra di essere un gran lottatore. Montolivo e Criscito in costante crescita, soprattutto psicologica. Anche Zambrotta sembra in condizione, sicuramente più che in campionato. Il gruppo, quello sembra esserci.