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Mondiela

Nelson Mandela si è presentato ieri allo stadio alla chiusura del Mondiale di calcio per salutare il pubblico ed ha effettuato un giro di campo, accolto da applausi e dal suono lacerante delle vuvuzelas. E’ stato forse il momento più emozionante dell’intera competizione: più dei gol, dei dribbling, delle prodezze dei fuoriclasse scesi in campo.
Il Mondiale alla fine l’ha vinto il Sudafrica, che ha dimostrato come anche nel continente africano sia possibile organizzare alla perfezione eventi di livello planetario.
Ed il Pallone d’oro (l’ambito premio al miglior calciatore dell’anno) dovrebbe andare proprio a Nelson Mandela, il grande leader africano che con la sua lotta all’apartheid ha permesso la realizzazione di un grande sogno per il suo popolo.

P.S. – anche – per I mondiali come non li avete mai letti

That is all we wanted

Gli Italiani perdono le guerre come se fossero partite di calcio e le partite di calcio come se fossero guerre.

Si narra la pensasse così Winston Churchill, e noi, quasi, ne siamo orgogliosi. Le cose, ora, sono cambiate. Perché siamo in ottima compagnia: sotto questo punto di vista, siamo un unico, grande, popolo europeo.

In compenso, c’è ancora chi la prende con filosofia. Chi ha ancora chiare le misure, forse perché alla pace e alla libertà non ci si è ancora abituato.

Cheer for Bafana – SA gets first win in Cup

Applausi, gioia, evviva per i Bafana, il Sudafrica vince la sua prima partita del mondiale, titola così Sowetan, uno dei principali giornali sudafricani.

E la felicità è stata condivisa, nella Mary Fitzgerald Square, a Newtown:

I never thought we could beat France, but I am happy that we have at least walked away with a victory under our belt. The World Cup is not over yet, I will still come to the fan park and watch the best teams in the world.

I braved the cold because I knew that the team would do well. I am happy with the changes that the coach had made to the team.

At least we’ve got our first win at the World Cup. It shows that our game has improved. Coming here I was doubtful that they would be able to progress. I am happy with the win.

Sono felici per la vittoria, non avevano mai pensato di poter battere la Francia, sono soddisfatti per le scelte del coach, hanno visto dei miglioramenti nel gioco, e sono contenti. E tutto ciò pur essendo la prima nazione ospitante a non superare il primo turno nella storia dei mondiali.

That is all we wanted. A win over France.

A win over France, già, non siamo mai stati così vicini.

S.C. – anche – per I mondiali come non li avete mai letti

Il silenzio delle Vuvuzelas

Malgrado le cose calcistiche non vadano troppo bene ai bafana bafana, non manca la voglia di scherzare ai sudafricani, in particolare a questi due cartoonist, Stephen Francis e Rico. Sono gli autori di questa divertente striscia (la trovate qui sul sito dei loro personaggi), nonché del fumetto ufficiale FIFA dei Mondiali, ovvero le avventure  della mascotte della manifestazione Zakumi.
M.D.

Un motivo per tifare Sudafrica

Il Sudafrica, dopo il risultato di ieri sera, è a un passo dall’eliminazione. Non sono rari i casi di squadre che superano il girone eliminatorio con quattro punti (il girone dell’Italia a USA 1994 vi dice qualcosa?) ma ciò vuol dire che i Bafana Bafana dovranno sconfiggere i Blues, impresa complicata dall’assenza forzata dello squalificato Khune. Se non dovessero farcela, sarebbe la prima volta nella storia che la rappresentativa della nazione ospitante non supera la fase a gironi (da quando è prevista, ovviamente).

In Svizzera, nel 1954, gli elvetici si giocarono il passaggio del turno con gli azzurri, sconfiggendoli per 4 a 1. E pensare che quell’edizione è stata la prima a prevedere le teste di serie per la formazione del girone. Con una curiosa – e per certi versi discriminatoria – particolarità: le due squadre reputate più forti dello stesso girone non si sarebbero scontrate tra di loro, e così le due più deboli. L’Italia quindi evitò l’Inghilterra, ma riuscì a perdere con la Svizzera anche nel girone (2 a 1), per poi sconfiggere il Belgio ed andare allo spareggio, perso, appunto, per 4 reti a 1.

Anche nel 1994 gli Stati Uniti ce la fecero, per un soffio. Come l’Italia furono ripescati tra le migliori terze (le partecipanti erano 24, divise in 6 gironi). Agli ottavi incrociarono il Brasile. D’altronde, non si può sempre giocare con Romania, Svizzera e Colombia.

Esistono inoltre casi in cui il pubblico di casa è valso quanto un dodicesimo uomo in campo: il Cile, nel 1962, arrivò terzo rifilando due pappine all’Italia di Sivori, Trapattoni e Altafini nel girone.

C’è anche un caso in cui il pubblico pesò quanto dodicesimo e tredicesimo uomo in campo: è il 2002, e il quattordicesimo coreano in campo rispondeva al nome di Byron. La Corea del Sud, quell’anno, arrivò addirittura in semifinale. Anche il Giappone vinse il proprio girone, ma fu eliminato agli ottavi dalla Turchia.

In bocca al lupo, Bafana Bafana.

S.C.

Sudafrica – Messico, questione di ritmo

Finisce con un pareggio, 1 a 1, la prima partita del Mondiale. Un primo tempo con tante occasioni per il Messico, soprattutto con Giovani e Franco, e un gol annullato. Sembrava una passeggiata, e invece il rientro in campo è stato fatale. Il Messico tiene la palla, ma non accelera. I difensori centroamericani si rimbalzano il pallone all’altezza della mediana, ma il possesso è sterile. Ed è così che al decimo della ripresa un pallone recuperato dal Sudafrica sulla propria trequarti difensiva si trasforma in un contropiede micidiale. Con quattro passaggi di prima e due inserimenti, Tshabalala si trova nella condizione di poter bruciare Osorio, e dalla sinistra incrocia un tiro violento che si insacca sotto il sette. Ci prova subito Giovani: Khune – già decisivo nel primo tempo – si supera, e spedisce in calcio d’angolo. I minuti passano, il Messico non ingrana, e il Sudafrica si divora due occasioni, sempre ripartendo in velocità.

La partita va avanti per inerzia, il Messico non sembra poter agguantare il pareggio. La difesa del Sudafrica decide, però, di addormentarsi al 79°. Un cross dalla trequartita trova Marquez tutto solo sul secondo palo, che insacca facilmente.

89° minuto. Khune rinvia dalla propria area di rigore, imbeccando in velocità Mphela, che colpisce, a pochi passi dalla porta, un clamoroso palo.

Chi segnaliamo? Khune, portiere classe 1987, e Tshabalala, Davids sudafricano classe 1984. Pessima la prova di Perez, portiere del Messico.

S.C.

Che la festa abbia inizio

Bene, ci siamo. Poche ore e si comincia, con il calcio vero, quello giocato. La partita inaugurale vedrà affrontarsi Sudafrica e Messico.

I padroni di casa, alla loro terza partecipazione dopo quelle del 1998 e del 2002, non brillano certo per qualità. La maggioranza dei componenti la rosa militano in squadre del campionato sudafricano, e sono pochi i giocatori conosciuti in Europa. Tra questi Parker, che milita in Olanda, nel Twente, e Pienaar, giocatore dell’Everton. E’ quest’ultimo la speranza alla quale si aggrappa il c.t. Carlos Alberto Pereira (alla guida del Brasile campione nel 1994) e i tifosi di casa. Pienaar è stato portato in Europa dall’Ajax per passare nel 2006 al Borussia Dortumnd: doveva raccogliere l’eredità di Thomas Rosicky, ma 25 presenze e zero reti furono un bottino davvero troppo magro. Pienaar seguirà le orme della grande promessa mancata del calcio sudafricano, McCarthy? Beh, ha tutto un mondiale, giocato in casa, per dimostrare il contrario.

La miglior squadra della storia del Paese.

Javier Aguirre, c.t. del Messico, ha una grossa promessa da mantenere. Le potenzialità per un ottimo cammino esistono. I messicani dovrebbero scendere in campo con un offensivo 4-3-3, e i punti forti di questo schieramento, oltre al leader Marquez in difesa, sono i ventunenni Carlos Vela e Giovani dos Santos, esterni del tridente. Tanta tecnica e tanta velocità per entrambi, che un mondiale di calcio l’hanno già vinto: era il 2005, e facevano parte di una stellare rappresentativa under-17 che sconfisse 3 a 0 il Brasile in finale. Carlos Vela vinse il titolo di capocannoniere, Giovani dos Santos fu eletto miglior giocatore del torneo. Il Messico è giunto solamente due volte ai quarti di finale, nel 1970 e nel 1986, edizioni disputate entrambe in Messico. Le speranze per questa edizione passano – anche – per Francia e Uruguay, che si incontreranno questa sera.

S.C.

That’s Africa!

Perché così non li avete mai letti

Perché non siamo giornalisti.

Perché scriviamo quello che ci pare, quando ci pare e come ci pare.

Perché ci piace il calcio, e ci piacciono ancora di più i mondiali.

Perché la gioia per un gol segnato è più grande se condivisa. E noi, qui, la condivideremo.

Perché non ci ricaviamo nulla di materiale: vogliamo solo moltiplicare emozioni.

Perché siamo aperti ai contributi di tutti: un commento, e sarete ricontattati.

Perché questo blog chiuderà il 12 luglio. Ciò che rimarrà sarà il ricordo, scolpito sul web, di un altro grande Mondiale di calcio.