Archivi del giorno: 5 luglio 2010

Elenchi per sopravvivere alla Maturità: un racconto sui Mondiali 2006

Il vantaggio di essere stato bocciato quattro anni fa è quello che quest’anno non ho nulla da festeggiare. Non mi piacciono le feste, i regali mi imbarazzano, mi infastidisce stare insieme a tanta gente. Non ho paura degli altri, credo, solo che preferisco stare da solo. La maturità mi toccherà farla l’anno prossimo, questo non ci piove, ma perlomeno quest’anno non sono costretto a gioire della mia promozione e al contempo essere costretto alla felicità da una serie di eventi che mi avrebbero messo a disagio come al dover festeggiare la vittoria dell’Italia ai Mondiali, scendere in piazza a Busto Arsizio (VA) a festeggiare dipinto d’azzuro in faccia con cento trombette nelle orecchie e mille e passa voci che cantano ovunque inni d’Italia canzoni di vittoria e notti magiche dove ragazze hanno le canottiere più belle del mondo e non sono interessate al fatto che tutti qui stiano fissando le loro tette perchè l’Italia ha vinto i Mondiali e anche se ci sono eserciti di canottiere azzurre bagnate di acqua spumante cocacole dove affiorano capezzoli in fondo tutto questo accade solo quando si vincono i Mondiali e quelli dei palazzi attorno alla piazza non urlano di fare silenzio perchè alla vittoria dei Mondiali siamo tutti contenti, anche quelli che spesso rompono i coglioni e almeno questa notte spero che qualcuno faccia finta di amarmi, almeno per un pò.

Programmare l’ultima vacanza da adolescente al mare con gli amici e il divertimento che bisogna cercarlo in ogni cosa nella musica nelle ragazze nei supermercati nei viaggi in treno nelle colazioni negli appartamenti all’ultimo piano nelle insegne luminose dei bar nelle ragazze nella spiaggia e nel sole nel gioco negli incubi nel caldo delle stanze nei costumi da bagno nel mare e nell’orizzonte e nella spiaggia bagnata dal tramonto e nella notte, ancora questa notte, la notte dove qualcuno potrebbe fare finta di amarmi, solo per un pò.

Scegliere l’università scegliere lo zaino giusto la scarpa giusta gli occhiali giusti per farsi vedere meglio provare con precisione il percorso per arrivare in sede tra treno metropolitana tram un pezzo a piedi chissà l’estate che caldo e il freddo d’inverno e il fatto di venire sempre e comunque da fuori, da fuori Milano, da fuori il mondo, da fuori l’universo, da fuori quella notte dove ci sarà qualcuno che mi potrebbe amare, anche solo questa nuova notte, in questo nuovo universo, in questo nuovo mondo e in questa Milano nuova.

Scoprire di essere innamorato della tua migliore amica che dentro te ci sono cose che nemmeno ti aspettavi che nemmeno puoi spiegare che non puoi neppure capire solo guardarle e abituarti all’amore al pane di qualche giorno agli appartamenti sfitti ai contratti a progetto alla televisione all’amicizia perduta alle scale dei condomini alla bicicletta in garage alle puntate agli episodi ai minuti che passano alle vergogne nascoste negli armadi ai bicchieri ai lavandini alle piazze e alle notti dove l’Italia vince i Mondiali e tutti sembrano immersi in un grandissimo intervallo che mi separa dal suono dell’ultima campanella.

M.C. – anche – per I mondiali come non li avete mai letti

Tutti tedeschi appassionatamente

“L’integrazione, la miscela di differenti culture, sono il vero punto di forza della nazionale di calcio della Germania che insegue il sogno mondiale”.

Sono parole di Franz Beckenbauer che, con la nazionale tedesca,  è riuscito a vincere i Mondiali sia da calciatore che da allenatore. Una nazionale che, come spiega il Kaiser, attualmente è lo specchio della grande integrazione che ha cambiato il volto della popolazione tedesca. I vari Podolski, Ozil, Klose, Cacau e via discorrendo sono lì a testimoniarlo. Poi uno osserva la nazionale italiana. E la questione inizia a farsi interessante.

P.R. – anche – su I mondiali come non li avete mai letti

Avere la testa altrove

Questa notizia ha sicuramente poco a che fare con il Mondiale, se non per il fatto che potrebbe spiegare i motivi per cui una delle papabili stelle della manifestazione abbia fatto flop.

Così oggi Cristiano Ronaldo su Twitter:

“E’ con grande gioia ed emozione che vi annuncio che di recente sono diventato padre e come da accordi presi con la mamma del bambino, che preferisce restare anonima, il piccolo crescerà sotto la mia esclusiva tutela”.

Quando si dice avere la testa altrove…

The same old 4-4-2 di don Fabio

I mondiali sono una grande vetrina: lo sa bene Paris Hilton, e lo sa bene Fabio Capello, completamente ridimesionato dall’avventura mondiale:

the most crushing World Cup defeat in England’s history

Usa queste parole il settimanale News of the World. Ma non finisce qui. Il settimanale ha raccolto una serie di dichiarazioni anonime, rilasciate dai giocatori inglesi, che a questo punto minano la già annunciata permanenza del tecnico italiano alla guida degli inglesi. Se Maradona ha contro la stampa, ma può contare sul sostegno dello spogliatoio, don Fabio è contro tutti:

Everything he’d done before went out the window. It got to the stage where some of us were asking why Fabio had sent his clueless twin brother to manage England during the World Cup.

Tutto quello che don Fabio riuscì a trasmettere allo spogliatoio durante la qualificazione è scomparso, in Sudafrica. Ed è scomparso anche don Fabio, perché in panchina, durante Germania – Inghilterra, c’era un suo gemello.

Se durante le qualificazioni l’attenzione di Capello per i dettagli era quasi maniacale, con visioni ripetute di DVD delle avversarie, in Sudafrica tutta un’altra musica:

During the World Cup that attention to detail was missing. We would have team meetings and we’d watch a DVD of the game we’d just played and go through it. But it didn’t matter what the opposition were playing, we were stuck with the same old 4-4-2 even though nobody believed it was the right way to play.

I giocatori hanno anche notato i sintomi di un crescente nervosismo:

His English grew worse the more angry and frustrated he became.

L’inglese di Capello peggiorava più lui si arrabbiava, e più l’Inghilterra giocava male e con scarso mordente, aggiungiamo noi.