Archivi del giorno: 8 luglio 2010

Pepe pereppe pè

Sia che vi siate fatti due risate, sia che abbiate inveito contro i tedeschi, guardando Nur Italien Nicht, ora potete godervi (anche) questo:

1974 – 2010: Tulipani a confronto

Olanda in finale dei Mondiali: era già capitato nel 1974 e nel 1978. Affinità e differenze tra gli alfieri del calcio totale e Snejider e compagni

Sono passati 32 anni dall’ultima finale del mondiale disputata dagli Orange. Da allora, una vittoria dell’Europeo (1988) e un quarto posto ai Mondiali francesi del 1998. Per il resto, tante, troppe delusioni.

ARGENTINA SPARTIACQUE – Il 1978 ha rappresentato per l’Olanda la fine di un ciclo, segnata dalla mancata qualificazione ai successivi mondiali in Spagna e in Messico. Quel ciclo, però, aveva dell’eccezionale, oltre che per la spettacolarità, per la vera e propria rivoluzione che ha imposto al modo di intendere il gioco del calcio. Fine della specializzazione (estrema) dei ruoli e partecipazione di tutta la squadra sia alla fase offensiva che a quella difensiva – anche il portiere deve essere in grado di “far girare la palla” -, pressing e fuorigioco.

IL GENIO PRESUNTUOSO – “Non è un attaccante, ma fa tanti gol; non è un difensore ma non perde mai un contrasto; non è un regista ma gioca ogni pallone nell’interesse dei compagni”. Così Alfredo Di Stefano descriverà Johan Cruijff, trascinatore dei tulipani al Mondiale del 1974: i suoi movimenti, alla ricerca della posizione in cui poter essere più pericoloso, condizionavano i movimenti di tutti gli altri giocatori, per mantenere inalterato il sistema di gioco attraverso l’intercambiabilità dei ruoli. E così la poco accreditata Olanda, che dal 1938 non prendeva parte a un campionato del mondo, sorprende tutti, diventando Arancia meccanica. Al fianco di Cruijff, il ruvido Neeskens – in cabina di regia – in quell’edizione mise a segno 5 reti, Rensenbrink e Rep, attaccanti dal dribbling facile e dotati di grande velocità, che con la loro duttilità si adattavano perfettamente al calcio totale. Il cammino dei tulipani, dopo aver sconfitto l’Argentina per 4 reti a zero e averne fatte due anche al Brasile campione in carica, incrocia, nella finalissima, i padroni di casa della Germania Ovest, capitanati da Franz Beckenbauer e guidati in attacco da Gerd Muller. Nonostante il gioco spumeggiante olandese, votato all’attacco ma allo stesso tempo in grado di fornire sicurezza difensiva, la concretezza tedesca prevalse: dopo il vantaggio siglato da Neeskens su rigore, Breitner (sempre su rigore) pareggerà i conti, e Gerd Muller segnerà la rete decisiva.

IL CALCIO TOTALE HA FALLITO? – Quattro anni più tardi l’Olanda si presenta ai mondiali priva di Cruijff che, dopo l’Europeo, decide di abbandonare i tulipani. La partenza non è delle migliori, con un pareggio con l’Iran e una sconfitta con la Scozia, ma nonostante ciò gli olandesi approdano al secondo girone eliminatorio con Italia, Germania Ovest e Austria, che vincono garantendosi l’accesso alla finale. Per la seconda volta consecutiva si trovano di fronte i padroni di casa dell’Argentina, e per la seconda volta escono sconfitti (dopo i tempi supplementari) per 3 a 1. La delusione è tanta da mettere in discussione l’idea stessa di calcio totale, bello ma perdente.

AL GIORNO D’OGGI – Come abbiamo detto, seguiranno anni con poche soddisfazioni, soprattutto ai mondiali. Ora la possibilità della grande rivincita. L’Olanda in versione2010 non gioca un calcio spumeggiante, e non gioca nemmeno un calcio totale nella concezione originaria del termine. Anzi, la squadra appare quasi spaccata in due, conRobben Sneijder esentati da compiti difensivi (oltre, ovviamente, al centravanti Van Persie), ma capaci di ripartenze fulminanti, di giocate e combinazioni nello stretto e anche di trovare il gol con facilità. I due trottolini, scartati dalReal Madrid, hanno dimostrato già durante la conclusa stagione sportiva di cosa sono capaci, trovandosi di fronte addirittura in finale di Champions League. E se non ci fossero stati loro, sia per Bayern Monaco che per Inter, non sarebbe stata la stessa cosa. E, per quanto il cammino possa essere sembrato relativamente facile, avendo incontrato Slovacchia eUruguay, gli Orange sono stati capaci di far letteralmente impazzire i brasiliani. L’Olanda è cinica, c’è poco da fare. Finora ha vinto tutte le partite (la Spagna ha perso all’esordio con la Svizzera) e nella fase a eliminazione diretta non è mai andata ai tempi supplementari.Sneijder, insieme a Villa, è capocannoniere del torneo, nonostante non sia una prima punta. All’inizio del mondiale non partiva di certo tra le favorite, ma come possibile outsider (come nel 1974), non incontrerà la Germania e non incontrerà nemmeno i padroni di casa. Si troverà di fronte, però, la generazione di fenomeni.

S.C. anche su Giornalettismo

Low profile

Serve un gioco offensivo, non si può giocare di difesa come ha fatto l’Italia nei mondiali del 2006. La nostra valutazione è chiara: possiamo diventare campioni del mondo soltanto se giochiamo un calcio offensivo che possa mettere in difficoltà i nostri avversari.

Joachim Low (o Loew o Löw), CT della Germania, dichiarazione del 6 Luglio prima della semifinale con la Spagna.

M.D.